La perseveranza di Robert Bilott
Guardai questo film attratta dalla trama avvincente e dalla presenza di attori di fama come Mark Ruffalo e Anne Hathaway. Non immaginavo che avrebbe maggiormente instaurato in me una consapevolezza così profonda riguardo all'impatto ambientale e alle sue gravi conseguenze sulla nostra salute.
Il film racconta nel dettaglio la VERA STORIA della battaglia legale condotta da Robert Bilott contro la multinazionale chimica DuPont, in seguito allo scandalo dell'inquinamento idrico a Parkersburg causato da sostanze chimiche non regolamentate. Basato sull'articolo del New York Times Magazine del 2016 "The Lawyer Who Became DuPont's Worst Nightmare di Nathaniel Rich [1].
Questo film esplora come Bilott affronti una delle più grandi aziende chimiche del mondo per rivelare la verità e difendere la salute pubblica.
Esploriamo nel dettaglio i punti salienti di questa indagine!
Tutto inizia quando l'allevatore Wilbur Tennant chiede a Bilott di indagare su una preoccupante insorgenza di tumori e malformazioni nel suo bestiame a Parkersburg, in Virginia Occidentale. Tennant sospetta che queste anomalie siano collegate alle attività della DuPont su un terreno contiguo alla sua fattoria, consegnando a Bilott un grosso contenitore di videocassette come prova.
Quando Bilott visita la fattoria dei Tennant, scopre che 190 capi di bestiame sono morti a causa di condizioni mediche insolite, come organi gonfi, denti anneriti e tumori. L'avvocato della DuPont, Phil Donnelly, finge di non essere a conoscenza del caso. Bilott decide di intentare una piccola causa per ottenere informazioni tramite la scoperta legale sulle sostanze chimiche scaricate nel sito.
Scoprendo che i rapporti dell'EPA non contengono nulla di utile, Bilott si rende conto che le sostanze chimiche potrebbero non essere regolamentate. La DuPont tenta di seppellire le prove inviando centinaia di scatole di documenti, ma Bilott trova numerosi riferimenti al PFOA, una sostanza chimica utilizzata per produrre il teflon, senza riferimenti nei testi medici. Il PFOA, o acido perfluoroottanoico, è una sostanza chimica persistente che si accumula nel flusso sanguigno e causa il cancro e difetti congeniti, come confermato dai test segreti della DuPont.
Bilott invia le prove all'EPA e al Dipartimento di Giustizia, e l'EPA infligge alla DuPont una multa di 16,5 milioni di dollari. Bilott cerca quindi di ottenere il monitoraggio medico per tutti i residenti attraverso un'azione legale collettiva. La DuPont tenta di minimizzare gli effetti del PFOA, ma il tentativo viene scoperto in ritardo, concedendo ai danneggiati solo un mese per agire.
Nonostante il PFOA non sia regolamentato, Bilott dimostra che la quantità in acqua supera la soglia di sicurezza di una parte per miliardo. Dopo una lunga battaglia legale, la DuPont patteggia per 70 milioni di dollari e viene istituita una valutazione scientifica indipendente. Bilott incoraggia quasi 70.000 persone a donare il sangue per ottenere dati medici, ma passano sette anni senza risultati. L’avvocato riceve finalmente la conferma che il PFOA causa tumori multipli e altre malattie.
La DuPont tenta di rinnegare l'accordo, ma Bilott vince i primi tre processi multimilionari contro la società, che alla fine risolve la class action pagando 670,7 milioni di dollari.
Robert Bilott ha dimostrato di possedere coraggio, giustizia e perseveranza, offrendo un potente richiamo all’azione per la tutela dell’ambiente e della nostra salute. La sua lotta contro la DuPont non è stata solo una battaglia legale, ma un esempio di come un singolo individuo possa fare la differenza, affrontando potenti interessi economici per proteggere il bene comune e garantire un futuro più sicuro per tutti noi.
Nella prima di queste cause Robert ottenne un risarcimento di 1.600.000 dollari, nella seconda 5.600.000 dollari, nella terza 12.500.000 dollari.
Si ritiene che il PFOA sia potenzialmente presente nel sangue di ogni essere vivente del pianeta... incluso il 99% degli esseri umani [2].
Oggi, grazie al lavoro di Robert, nel mondo aumentano le organizzazioni per bandire il PFOA e studiare le oltre 600 sostanze perfluoroalchiliche, quasi tutte non regolamentate.
E più di venti anni dopo che Wilbur Tennant si è presentato alla sua porta...Robert Bilott sta ancora lottando.
Approfondiamo più del dettaglio il PFOA e la sua provenienza
Come è arrivato fino a noi?
Il PFOA è l'acido perfluoroottanoico, usato per produrre il teflon e usato nelle case americane per fabbricare le pentole antiaderenti.
Cos'è il teflon?
Le sue denominazioni commerciali sono:Fluon, Algoflon, Hostaflon, Inoflon e Guaflon, MecFlon, in cui al polimero vengono aggiunti altri componenti stabilizzanti e fluidificanti per migliorarne le possibilità applicative, oppure cariche a base di silice, carbone, bronzo, inox e solfato di bario per incrementare le prestazioni in ambito meccanico, pneumatico o chimico, così come per applicazioni farmaceutiche [3].
È una materia plastica liscia al tatto e resistente a temperature fino ai 260 °C (533,1 K), usata nell'industria per ricoprire superfici sottoposte ad alte temperature alle quali si richiede una "antiaderenza" e una buona inerzia chimica. Le padelle da cucina definite "antiaderenti", sono tali perché ricoperte all'interno di uno strato di PTFE (Teflon) [3].
Come è arrivato il PFOA all'interno delle case Americane?
Veniva usato come rivestimento impermeabilizzante per tessuti, pellame, carta e nella cera per pavimenti in quanto dà alle superfici trattate proprietà di oleorepellenza e idrofobicità. Veniva inoltre usato nell'incisione del vetro, come schiuma negli estintori, e per l'impermeabilizzazione dell'abbigliamento sportivo.
Malattie e problematiche collegate al PFOA
L'acido perfluoroottanoico (PFOA o C8) è stato collegato al cancro, malattie della tiroide, colite ulcerosa e colesterolo alto, riportato anche in un recente studio dell'EPA (Agenzia statunitense per la protezione dell'ambiente) e uno dello IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) che lo documenta come certamente cancerogeno. Sotto forma di sale di ammonio, è usato come tensioattivo nella polimerizzazione in emulsione del PTFE, ed è stato rilevato in alcuni prodotti contenenti PTFE. I livelli che sono stati misurati nelle pentole antiaderenti variano da non rilevabile fino a 75 parti per miliardo. Questi valori sono inferiori a quelli in prodotti di PTFE come il nastro sigillante, 1800 parti per miliardo (1,8 parti per milione) di PFOA rilevato, perché le pentole antiaderenti sono riscaldate al fine di volatilizzare il PFOA [2].
Lo studio condotto dall' EPA nel 2009 ha trovato livelli di PFOA in pentole antiaderenti oscillanti tra il “non rilevato” (con un limite di rivelabilità di 1,5 parti per miliardo) e 4,3 parti per miliardo. DuPont dice che non ci dovrebbero essere quantità misurabili su una padella a condizione che sia stata adeguatamente reticolata. Sebbene il PFOA è stato individuato nell'ordine delle poche parti per miliardo gamma nel sangue delle persone, l'esposizione da pentole antiaderenti è ritenuto non significativo, rispetto alla commercializzazione di altri prodotti. Tuttavia, a temperature ben superiori a quelle incontrate in cucina, la pirolisi del PTFE può formare piccole quantità di PFOA.
Nel Gennaio 2006 DuPont, l'unica azienda che produce PFOA negli Stati Uniti, ha accettato di eliminare le emissioni della sostanza chimica dai suoi impianti di produzione entro il 2015, ma non ha preso impegni per la completa eliminazione dell'uso della sostanza. Nella polimerizzazione in emulsione del PTFE, la Dyneon, consociata di 3M, ha sviluppato un emulsionante sostitutivo nonostante DuPont affermi che il PFOA è un "coadiuvante del processo essenziale". A partire da Agosto 2008, la posizione dell'EPA era che "non dispone di informazioni che pongano in allarme circa l'uso di routine di articoli casalinghi o altri prodotti utilizzanti fluoropolimeri, come pentole antiaderenti". A partire dal 2005 DuPont, ora Chemours, usa il GenX come sostituto del PFOA [2].
Al 2023, i PFOA risultano classificati dallo IARC nel gruppo 1 come sostanze cancerogene per gli esseri umani [2].
Il PFOA è stato proposto per l'inserimento nell'elenco della Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti nel 2015 e nel 2019 la Conferenza delle Parti ha aggiunto il PFOA, i suoi sali e i composti correlati al PFOA all'Allegato A della Convenzione di Stoccolma. Molte centinaia di sali e precursori del PFOA rientrano nell'ambito di applicazione della restrizione.
La Convenzione di Stoccolma, adottata a Stoccolma nel 2001 nell’ambito del Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP) ed entrata in vigore nel 2004, mira a proteggere la salute umana e l’ambiente dagli effetti nocivi degli inquinanti organici persistenti (conosciuti con l’acronimo di POPs dall’inglese “Persistent Organic Pollutants”), sostanze chimiche nocive che rimangono intatte nell'ambiente per lunghi periodi e che si accumulano nel tessuto adiposo dell'uomo e della fauna selvatica. La Convenzione, inoltre, è finalizzata a intraprendere attività di ricerca, sviluppo e monitoraggio e a favorire la condivisione delle responsabilità e la collaborazione tra i Paesi che hanno ratificato il trattato (Parti).
La Convenzione prevede il divieto della produzione, dell’utilizzo e della commercializzazione (inclusa importazione ed esportazione) dei POPs prodotti intenzionalmente, elencati agli allegati A e B della Convenzione stessa, la continua riduzione e, se possibile, la definitiva eliminazione delle emissioni delle sostanze organiche derivanti da produzione “non intenzionale”, di cui all’allegato C, oltre all’adozione di misure per la riduzione o l’eliminazione di emissioni di POPs provenienti dalle scorte e dai rifiuti.
L’organo decisionale della Convezione è la Conferenza delle Parti (COP), che si riunisce in via ordinaria una volta ogni due anni, in congiunzione con la COP della Convenzione di Rotterdam e con la COP della Convenzione di Basilea. Il Comitato di Revisione degli inquinanti organici persistenti (POPs Review Committee o POPRC), composto da un ristretto numero di esperti, ha il compito di attuare la procedura per l’inclusione di nuove sostanze nel novero di quelle previste dalla Convenzione (modifica degli allegati A, B, e/o C). Infine, spetta alla COP la decisione, secondo un approccio precauzionale, di includere o meno una nuova sostanza chimica nei suddetti allegati, specificandone le relative misure di controllo.
La Convenzione è stata ratificata da 182 Paesi, tra cui l’Italia (con Legge n. 93 del 12 luglio 2022) [4], ed attualmente include 39 sostanze, delle quali 29 nell’allegato A, 3 tra cui il DDT nell’allegato B e, infine, 7 sostanze prodotte ed emesse non intenzionalmente, tra le quali PCB e diossine, nell’allegato C [2].
All’interno dell’Unione Europea la Convenzione di Stoccolma è stata ratificata con Decisione 2006/507/CE del Consiglio del 14 ottobre 2004 e attuata dal Regolamento (UE) 2019/2021 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 20 giugno 2019 sugli inquinanti organici persistenti.
Vi lascio qui sotto il link dove potete cliccare per leggere l'articolo del 2016 del New York Times Magazine "The Lawyer Who Became DuPont's Worst Nightmare di Nathaniel Rich.
Bibliografia
[1] New York Times (2016). Nathaniel Rich, The lawyer who become dupont worst nightmare. Retrived August 4, 2024 from https://www.nytimes.com/2016/01/10/magazine/the-lawyer-who-became-duponts-worst-nightmare.html
[2] UNEP/POPS/CONF/4, App. II (2001), reprinted in 40 ILM 532 (2001). The text of the convention and additional information about POPs is available online at the United Nations Environment Programme's (UNEP's) POPs https://chm.pops.int/TheConvention/Overview/TextoftheConvention/tabid/2232/Default.aspx
[3] National Center for Biotechnology Information (2024). PubChem Compound Summary for CID 9554, Perfluorooctanoic acid. Retrieved August 4, 2024 from https://pubchem.ncbi.nlm.nih.gov/compound/Perfluorooctanoic-acid.
[4] Gazzetta Ufficiale. (2022, July 18). https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2022/07/18/22G00101/sg