Le aziende zootecniche occupano il 33% delle superfici agricole disponibili nel mondo.
Il pollo è il volatile al mondo più comunemente trovato sulle nostre tavole. Essi sono fatti crescere al chiuso, in grandi capannoni, spinti a nutrirsi giorno e notte, grazie alla luce artificiale, e privati persino della possibilità di aprire le ali. Formatasi in pochi mesi di vita il pollo porta porta con sé tutta la sofferenza infernale della loro breve esistenza, insieme ai residui degli antibiotici e dei medicamenti costanti impiegati per impedire loro di morire. Ma alcune inchieste hanno mostrato altri aspetti non meno inquietanti. I polli non solo vengono geneticamente manipolati per diventare più grossi e con il petto più carnoso, ma in alcuni stabilimenti sono nutriti, oltre che con il sussidio degli antibiotici, che contribuiscono anche al loro incremento di peso, con piccole dosi di arsenico <che promuove la crescita, perché inibisce la presenza nell'intestino del Coccidioides immitis, un pericoloso fungo>.
All'interno dello stabilimento i polli vengono appesi a testa in giù, agganciati dai loro piedi, a un sistema di binari che li trasporta in tutta la fabbrica. Essi vengono squartati e subito dopo essere stati smembrati in vari pezzi, sono immersi in un bagno di cloro per essere sterilizzati e trasformati in cibo da spedire ai supermercati.
Nelle zone dove sorgono capannoni di galline, o peggio ancora porcilaie, è statisticamente provato che i bambini incontreranno una maggiore probabilità di sviluppare malattie respiratorie, asma, eczemi, eruzioni cutanee, rispetto ad altri coetanei nati in zone prive di allevamenti.
La regina dello spreco è la carne bovina, che tra tutte richiede il massimo sacrificio di acqua, terreno ed energia, prima di essere consumata a tavola. Infatti, ogni volta che una persona divora un hamburger, consuma le risorse con cui potrebbero mangiare dalle cinque alle nove persone.
Oggi, due terzi dei raccolti mondiali finiscono in pasto a degli animali, che diventeranno a loro volta cibo, come carne, uova, latte e derivati. Ma non per tutti, e non nello stesso modo.